Appello ai funzionari di Frontex: Basta silenzio!
A tutti coloro che lavorano per Frontex, agenzia europea della guardia di frontiera e costiera
Petizione
Chiediamo ai funzionari e ai dipendenti di Frontex di denunciare e rendere pubblica qualsiasi violazione dei diritti umani e delle leggi internazionali a cui hanno assistito. Abbiamo bisogno che le attività di questa agenzia si svolgano in modo trasparente. Bisogna punire chi, volontariamente, nasconde gli abusi e i respingimenti illegali delle persone in cerca di un porto sicuro. Il cambiamento deve avvenire dall’interno. Non possiamo ignorare le violazioni dei diritti umani. Chi vede, deve parlare.
Perché è importante?
Chi esce allo scoperto per svelare le ingiustizie in un contesto istituzionale ha un ruolo essenziale per l’esistenza della democrazia. Gli informatori, coloro che fanno la spia o informano, possono svelare i comportamenti illegali o immorali, contribuendo a una democrazia sana.
Per anni, Frontex è stata oggetto di controversie, per via delle accuse di violazioni dei suoi vertici. [1] Anche se il direttore di Frontex si è dimesso per via delle accuse, la cultura del silenzio non è stata sradicata.
Per questo chiediamo al personale di Frontex di fare luce su tutti i casi di negligenza a cui si trovano ad assistere.
Un'inchiesta pubblicata l’anno scorso da OLAF, l'agenzia europea antifrode, ha rivelato che le violazioni perpetrate da Frontex non sono state punite in alcun modo. Gli abusi dei diritti umani sono stati nascosti come polvere sotto al tappeto. Frontex ha assistito alle violazioni dei diritti umani e all’annegamento di persone nel Mar Mediterraneo, senza muovere un dito per aiutarle. Hanno volutamente introdotto delle misure per assicurarsi che tali violazioni non venissero registrate o analizzate e che nessuno potesse punirli. [2] E collaborano attivamente con le guardie costiere nazionali per insabbiare la verità ed evitare che le bugie vengano a galla. [3]
La tendenza a nascondere sistematicamente dei documenti ordinari ma cruciali contribuisce a una cultura dell’impunità.
Dopo la pubblicazione dell'inchiesta di OLAF su Frontex, l’agenzia per le frontiere ha pubblicato un comunicato in cui definisce gli abusi dei diritti umani una “pratica del passato”. [4] Eppure, fino ad oggi, Frontex non ha adottato nessuna misura per dimostrare e convincere l’opinione pubblica del suo impegno per correggere la sua condotta. [5]
“Il nostro operato non dovrebbe essere coperto da segreti”, ha affermato Hans Leijtens, nuovo direttore di Frontex entrato in carica a marzo di quest’anno. Hans Leijtens ha promesso di “ripristinare la fiducia” e ha dichiarato che “la gestione delle frontiere e la tutela dei diritti umani fondamentali e vanno di pari passo”. [6] Ma Leijtens fa parte da anni di questa cultura del silenzio, poiché ha ricoperto un ruolo nel consiglio di amministrazione di Frontex dal 2019 al 2022, periodo in cui gli abusi venivano coperti dall’interno.
Se davvero vogliono mantenere la promessa di relegare al passato le menzogne e le violazioni dei diritti umani, servono azioni concrete, non parole vuote. E questo percorso inizia quando i funzionari di Frontex prendono la parola e denunciano i casi di abusi e negligenze.
Tutelare i diritti umani non è una scelta, ma una responsabilità. E insieme a questa responsabilità, c’è l’obbligo di denunciare gli abusi e le negligenze.
Ignorare le violazioni dei diritti umani è inaccettabile. È importante che i funzionari di Frontex parlino, anziché restare in silenzio di fronte a simili violazioni.
Riferimenti:
- https://www.theguardian.com/world/2022/apr/29/head-of-eu-border-agency-frontex-resigns-amid-criticisms-fabrice-leggeri
- https://fragdenstaat.de/en/blog/2022/10/13/frontex-olaf-report-leaked/
- https://www.lighthousereports.com/investigation/the-crotone-cover-up/
- https://www.politico.eu/article/new-eu-border-chief-hans-leijtens-vow-clean-up-frontex-agency-migrant-number-surge/
- https://twitter.com/LHreports/status/1664498200743485441
- https://www.infomigrants.net/en/post/46255/new-frontex-chief-promises-to-restore-trust